Oggi Google ha rimosso la pagina sul presidente del consiglio dal suo indice.
Questo vecchio Google bombing era tornato in auge in questi ultimi giorni di campagna elettorale, e qualche elettore indignato (non per la propria ignoranza, evidentemente) ha protestato, tirando in ballo (a sproposito, è chiaro) la parola “hacker”. Non voglio neanche stare qui a fare distinzione tra “hacker” e “cracker”, tra “lamer” e “wannabe”. Tanto, se non è ancora entrata nella testa della gente nel 2006, non vedo perchè insistere.
La pagina è stata rimossa, dicevo, ma la pagina poteva essere rimossa dall’indice da chiunque abbia accesso al sito governo.it. Ad esempio, il webmaster potrebbe iniziare a creare un file robots.txt (che andrebbe creato sempre, anche qualora rimanesse vuoto). In questo modo, tra l’altro, si eliminerebbe quella pagina anche dagli altri motori di ricerca (mentre invece è sempre lì ai primissimi posti).
P.s. ho come l’impressione che Google non sappia quale banner visualizzare come advertising sugli spazi AdSense di questo post. Chissà… magari con questo post scriptum si risolve pure l’incoveniente.
Su quella pagina:
meta name=”googlebot” content=”noindex, nofollow”
vero. ma poi gli stessi personaggi si accorgeranno che quella pagina é, con quella kw, al secondo posto su msn e al primo su yahoo.
poi vabbé, a leggere “attacchi hacker” e altre cose cosí mi vien da piangere…